"Mamma, spiegami come faccio ieri a fare colazione. Papà, ha preso tre cose diverse e io non so cosa scegliere".
Ok, dobbiamo lavorare ancora un po' sul tempo ma nulla di grave.
Lo guardo, sorrido e penso che ha preso dal papà che quando arriviamo al centro commerciale, e il parcheggio ha molti posti vuoti, inizia a girare e non sa dove parcheggiare.
A me ultimamente succede per il blog. Ho una lista di cose di cui mi piacerebbe scrivere e non so quale scegliere perché mi sembra di aver già scritto così tanto qui sopra (sai che ci sono 715 articoli su questo blog?) oppure mi dico che posso metterle sul sito nuovo come se questi post svanissero chissà dove.
Scegliere è difficile quando abbiamo molte possibilità. Entri in un negozio ti piacciono troppi capi e non sai cosa portare a casa perché ti piacciono tutti.
Succede anche che, nonostante tutto ciò che c'è, non si trovi nulla che sia abbastanza di nostro gusto.
Capita per diverse ragioni. Vediamone alcune:
- sei entrata in un luogo che ha uno stile completamente diverso dal tuo
- non hai le idee chiare su cosa vuoi
- non vedi le possibilità che hai di fronte
Quest'ultimo punto si collega al non avere le idee chiare. Magari c'è una casacca che si abbina perfettamente a un paio di pantaloni che non metti mai perché non sai con cosa indossarla ma non colleghi le due cose.
Il nocciolo non è rifarsi il guardaroba, ovviamente.
Anche con le parole abbiamo tantissime possibilità eppure scegliamo sempre quelle.
A volte le usiamo perché ci identificano, altre perché ci fanno sentire parte di un gruppo oppure perché è più facile usare ciò che conosciamo invece che esplorare nuove possibilità.
Non è colpa tua. La mente funziona così: ama quello che conosce e tollera poco i cambiamenti.
Prima della fase 2, dopo il lockdown, le persone avevano paura di tornare alla normalità perché avevano scoperto che potevano avere tempi, ritmi e abitudini più sane, umane e di benessere. Ne avevo parlato qui.
Da ieri sono tornate di moda parole come dittatura, privazione della libertà e coprifuoco.
La scorsa primavera però c'era un nemico comune per questa guerra, altre parole frequenti.
Oggi no. Il nemico comune non è il Covid.
Il virus si è adattato a noi molto più di quanto noi ci siamo adattati a lui.
Lui è diventato meno aggressivo.
Sono bastate poche ore per vedere i social riempirsi di post contro.
Parole pesanti contro il governo.
Offese e maledizioni contro i nomask i negazionisti.
Disprezzo contro chi vuole uscire per l'aperitivo.
Rabbia contro la didattica a distanza che non è stata messa a punto, i trasporti inesistenti, ecc.
Le parole sono importanti e so di avere la fortuna di non aver mai vissuto una dittatuta.
Abbiamo un sacco di possibilità che in un regime non possono manco immaginare.
Entrambe le fazioni oggi si nutrono di rabbia contro l'altro e seminano paura nel tentativo di difendere la propria posizione. Il punto però non è il virus. Quando tutto questo sarà finito la polvere dell'emergenza climatica, sociale, economica e ambientale rispunterà da sotto il tappeto.
Leggo un sacco di genitori preoccupati per ciò che stanno vivendo i propri figli. Mi dispiace deluderti ma i bambini e i ragazzi si adattano molto più degli adulti.
Certo, se sentono costantemente storie sui bei tempi andati (honeysuckle dei fiori di Bach aiuta a lasciare andare la nostalgia per il passato) e su quanto sia devastante la vita oggi, non stupirti se hanno lo sguardo triste quando escono da scuola.
L'atteggiamento mentale del genitore è il primo filtro dell'esperienza che si trovano a fare.
Vedono, sentono e i nostri occhi sono la cartina tornasole che li fa sentire al sicuro e pieni di possibilità o in pericolo.
Quando Lorenzo ha sentito della chiusura di piscine e palestre si è alzato ed è andato in camera sua.
Puoi immaginare cosa voglia dire per chi non va a scuola vedere sospese le attività extrascolastiche?
Ho lasciato che sbollisse poi abbiamo parlato. Era triste e preoccupato. Gli ho spiegato che queste disposizioni sono in vigore fino a fine novembre e servono per prevenire un lockdown totale.
Poi gli ho chiesto: "Ti va se al posto della piscina facciamo una lezione di yoga in famiglia? Ho un sacco di esercizi in due da farvi provare, super divertenti".
Ha accettato subito.
Per musica si stanno già attivando per riprendere a distanza e sto lavorando a un nuovo progetto con Ilaria, Tiziana e Valentina che avrà per protagonisti i bambini, i libri e le storie.
Scegliere non significa solo guardare le possibilità che ci sono e che probabilmente sono create da altri.
Significa anche creare nuovi spazi e possibilità ed è quello che stiamo facendo e che puoi fare anche tu con le azioni che compi, i pensieri che nutri, i valori che sposi e le competenze che condividi. Preferisco usare l'energia per fare cose belle e creare, non per fare la guerra agli altri.
Se affronti questa situazione come imposizione e resti passiva in attesa che altri facciano al posto tuo, continuerai ad avere più di un problema, non solo adesso.
Ho imparato che trasformare le situazioni difficili in possibilità, vedere le scelte e crearne di nuove ci rende liberi.
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