La scorsa settimana ti ho raccontato dei modelli e di come ci troviamo, più o meno consapevolmente, incastrati in definizioni, schemi, etichette che possiamo accettare e tollerare per anni finché non desideriamo un cambiamento e, a quel punto, la situazione si complica.
Se hai fatto l'esercizio a fine post dovresti essere un po' più consapevole dei modelli che impersonifichi e interpreti come ruoli quotidianamente, ma cosa accade quando incontri o ti scontri con quelli scelti dagli altri?
La favola del principe azzurro
Appartengo a una generazione cresciuta con i racconti sul principe azzurro: arriva sfrecciando sul suo cavallo bianco per salvare la sfigata di turno per poi consacrare l'amore eterno portandola all'altare con un abito gonfio e uno strascico che è un elogio alla cervicale. Non mi ha mai convinta molto questa storia. Avrei preferito riscriverla e no, non avrei invertito i ruoli facendo diventare lei una donna con le palle perché trovo sia innaturale come definizione e insensata. Abbiamo già abbastanza doti senza dover emulare o imitare nessuno.
Sostanzialmente non credo si debba per forza salvare qualcuno o farsi salvare per sentirsi realizzati e felici.
Anche perché dovremmo prima chiederci se voglia davvero essere salvato o se, in realtà, non stia bene nel modello in cui è.
Uscire dai modelli e poi...
Io e mio marito marito ci siamo sposati in comune in presenza dei testimoni e zero parenti e una seconda cerimonia, in spiaggia con pochi invitati. Siamo usciti di casa insieme, siamo andati al ristorante con la stessa auto e, a dirla tutta, durante il tragitto ci siamo dovuti fermare perché dovevo allattare. Eh sì, abbiamo avuto un figlio e non eravamo sposati. Abbiamo fatto le cose che volevamo, fregandocene dei "Si deve fare così". Abbiamo dovuto motivare, spiegare e quasi giustificare le nostre scelte perché erano fuori dai modelli familiari da cui venivamo e ovviamente siamo usciti da questi cercandone altri (il post della scorsa settimana).
Oggi ho 44 anni, i capelli bianchi perché ho smesso di tingerli, siamo una famiglia di homeschooler, mi occupo di cose non troppo ordinarie (tra oracoli, meditazione, energia universale e tecniche complementari) e aderire ai modelli non è mai stato il mio forte.
Non vivo nel desiderio costante di andare contro i sistemi o trasgredire le regole. Semplicemente voglio trovare il modo che mi rappresenta e aderisce a me, a noi, per fare le cose. Un po' come un abito da sposa messo a misura sul corpo che sta dentro e lo indossa ignorando ciò che c'è fuori.
Il modello femminile
Io sono fortunata. Non sono nipote della regina e non ho neppure un uomo a cui dover stare un passo indietro. In questi giorni si punta il dito sugli uomini e sul loro modo di parlare, pensare, sul silenzio assenso che avvalla il modello del patriarcato da cui si sentono tutelati e protetti, e spero che l'indignazione di alcuni, non resti solo un mucchio di parole.
Vedo e sento la fatica che facciamo noi donne: fatichiamo a scegliere con leggerezza e senza confronto costante con ciò che è altro da noi.
Dall'avere figli oppure no, da come si partorisce, se si allatta o no, l'alimentazione, l'abbigliamento, il trucco, i capelli, stare a casa o lavorare, andare in palestra oppure no, guidare o no, cucinare sano o mangiare cibo spazzatura, fare scelte eco bio oppure no, indossare abiti fast fashion, alta moda, seconda mano o farseli da sé, andare in vacanza o meno tutto diventa possibile motivo di confronto, scontro talvolta competizione pure per cose insignificanti. Sì, perché se vai in hotel, appartamento o campeggio non è la stessa cosa!
Troverai chi ti dice che il campeggio è il top se va in campeggio o con il camper ma se lo dici a chi pensa che "E' vacanza solo se vado in hotel servita e riverita perché cucino tutto l'anno" il campeggio non è neppure vacanza. Ma alla fine dove trascorri le vacanze perché gli interessa tanto?
La sorellanza? Esiste tra simili
Ogni giorno puoi incontrare qualcuno che non condivide una qualsiasi delle tue scelte e si sentirà in diritto non solo di pensarlo ma anche di dirtelo, di giudicarti e farti notare che forse stai sbagliando perché, ovviamente, non fai come lui o lei.
Prova a pensare a come ti sei sentita ogni volta che qualcuno ti ha mosso una critica per una qualsiasi delle tue scelte e ha espresso un'opinione che ti ha urtata.
- Come hai vissuto quel momento?
- Quali sensazioni ed emozioni hai provato e quali ti sono rimaste addosso?
Mi piacerebbe fosse chiaro quanto i modelli plasmano la nostra vita e diventarne consapevoli è il primo strumento che abbiamo per decidere in quali vogliamo stare.
(In realtà questo discorso è strettamente legato all'extrasensoriale e alla divinazione ma ci arriviamo per gradi)
Io di certo non posso infilarmi nel ruolo della valletta bella, bellissima ma se penso ai vari gruppi di donne che commentano alcuni eventi sui social tutta questa sorellanza non la vedo e non la leggo. Si fa presto a dire no ai commenti sessisti poi si pretende sul palco la bambola ben vestita che parli poco e megari sbagli qualche nome.
Possiamo riscrivere la storia
Quando si aderisce a un modello ci si schiera contro chi fa scelte diverse dal nostro gusto e si diventa anche aggressive, pur di difendere il modello a cui si appartiene, perché mettere in discussione un modello comporta il rischio di scoprire altre possibilità e ribaltare il nostro sistema di credenze.
Ecco perché su alcuni temi sensibili (scelte etiche, religione, credo politico, alimentazione ecc.) le persone diventano così reattive: si sentono attaccate e giudicate nel loro insieme di valori. Danno forma nelle scelte fatte attraverso le azioni e il comportamento è ciò che definisce il loro modello a cui aderiscono.
In questi giorni qualcuno sta riscrivendo una storia perché aver sposato il principe e vivere a corte non è poi così bello come dicono nelle favole.
Vorrei riscrivere altre scene per immaginare cosa accadrebbe cambiando anche solo pochi dettagli che creano e definiscono i modelli come quelli della valletta bella, della donna con abiti succinti che deve sentirsi dire la qualunque e via dicendo.
I cambiamenti partono dal basso. Noi donne non abbiamo bisogno del principe azzurro per essere salvate perché ci bastiamo da sole. Inoltre, abbiamo una schiera di donne pronte a salvarci e difenderci, senza emulare gli uomini. Spesso usiamo questa forza per fare gruppo con chi ci è simile e andare contro le altre come le protagoniste di una soap opera, probabilmente scritta da sceneggiatori uomini. Sì, anche la conflittualità tra donne fa parte del modello in cui ci hanno incastrate e tocca a noi riscrivere questo pezzo di storia.
Photo by Melissa Askew on Unsplash
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