Sabato ero alla cassa del supermercato e stavo raccontando alla titolare cosa mi è accaduto dopo aver sentito, proprio lì con lei pochi giorni fa, Neverending Story. Lei sorride e mi chiede: "E' perché noi attiriamo le cose. Siamo come calamite, lo sai?" Ho sorriso e ho risposto con un ironico: "Vagamente" e mentre imbustavo la spesa ascoltavo la sua versione della legge di attrazione. Ho iniziato a farmi domande.
Vi racconto questo episodio perché negli ultimi giorni mi è successo di riscontrare la stessa interpretazione in diverse persone che non seguono il blog. Ho sentito il dovere di chiedermi: "Ho chiarito bene questo punto? Perché la legge di attrazione viene interpretata così?" La LOA (o legge dell'intento) non funziona a intermittenza come le luci di natale. Possiamo esserne consapevoli oppure no, come la gravità. Possiamo sapere perché un oggetto lasciato nel vuoto cade o possiamo osservare il fenomeno, ma il non conoscerne la causa non eliminerà la forza di gravità.
Noi attiriamo tutto e co-creiamo la nostra realtà. Attiriamo ciò che è oggetto del nostro pensiero dominante. Attiriamo sia ciò che vogliamo, sia ciò che temiamo perché l'Universo attrae ciò che vibra come noi. Quindi se abbiamo paura avremo altre situazioni di paura. Se siamo felici e grati attireremo situazioni legate a felicità e gioia in accordo con le azioni che compiamo. Dirlo in modo più semplice (e completo, perché non è "il pensiero prende forma", troppo facile!) non credo mi sia possibile. Ora se noi attiriamo tutto e gli altri sono lo specchio dei pensieri e delle emozioni che abbiamo avuto, perché dovremmo allontanare ciò che consideriamo negativo? Non sono altro da noi, non sono fuori. Sono il risultato di quello che abbiamo pensato, sperato, temuto, desiderato.
Immaginate l'uovo aurico e i suoi strati (ne parleremo dal prossimo lunedì perché iniziamo il secondo percorso per il cerchio di meditazione a distanza di maggio, quindi correte a iscrivervi alla newsletter e avvisate amiche e parenti). Il pensiero pian piano scende dal corpo mentale fino al piano fisico. Ma torniamo alle persone negative. Se siamo convinti che le persone negative e lamentose portino sfortuna, perché in qualche modo ci 'contagiano di negatività' (rabbrividisco solo a scrivere questo esempio, sappiatelo, perché è falsissimo), significa che non abbiamo capito nulla delle legge di attrazione. Lo so, l'ho già detto in questo post sui vampiri energetici.
Pensare che gli altri siano negativi è altro dal pensare che abbiano atteggiamenti negativi. Nel primo caso c'è un giudizio 'assoluto' sulla persona e non limitato solo ad alcuni modi di fare o pensare. In passato mi capitava spesso di assolutizzare le mie opinioni sulle persone e mi sono resa conto che questo appiattiva l'idea che avevo degli altri. Li dividevo in buoni o cattivi, belli o brutti, positivi o negativi e tutto rientrava nell'ambito del pensiero duale che crea sempre schieramenti e contrapposizioni. Non unisce, ma divide. Ho l'attenuante: all'epoca avevo solo 19 anni.
Quando ho iniziato il percorso di crescita spirituale ho cominciato a osservare la mia comunicazione interiore (cioè il chiacchiericcio mentale) e mi sono accorta che se cambiavo il modo di comunicare con me stessa, anche la mia realtà cambiava perché la percezione si spostava su elementi diversi della stessa realtà. Avete presente la storia della pagliuzza e della trave conficcata nell'occhio? Ecco. Considerare alcuni atteggiamenti negativi ci aiuta a riconoscerli non solo negli altri, ma soprattutto in noi stessi. Già, perché ciò che vediamo come negativo e da allontanare nell'altro, è lo specchio di ciò che rifiutiamo in noi. Dai, capita a tutti la giornata in cui la sindrome premestruale (vale solo per le donne, ma conosco diversi uomini che sembra abbiano il ciclo e non sono in andropausa!) ci fa vedere le cose un po' meno rosa del solito però non ci consideriamo persone negative in senso assoluto. Tutto ciò che viviamo è il risultato della percezione che abbiamo dell'altro e del mondo. Pensare che gli altri siano negativi ci mette in una posizione di superiorità che non abbiamo alcun diritto di vantare. Siamo in crescita e ognuno di noi ha il proprio percorso, unico, irripetibile e ingiudicabile, da fare. Se attiriamo qualcosa di negativo non c'è un errore che va corretto allontanando l'altro, anzi! Forse è giunta l'ora di imparare la lezione che l'altro ci porta facendoci da specchio.
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