Qualche giorno fa, mentre mangiavo il mio riso basmati con broccoli, ho realizzato che questo per me è l'anno delle sfide. Con questo termine mi riferisco agli obiettivi che, già in partenza, sembrano impossibili da raggiungere. Sembrano. A gennaio ho iniziato con il decluttering della libreria. Ho scelto quali libri sono intoccabili, quali cedere e ho la mensola dei #mitici45, che dovrei leggere entro l'anno, poi scegliere se tenerli o darli via.
Come sapete qualche settimana fa il mio romanzo è stato ritirato dal mercato. Qui nasce la prima entusiasmante sfida che si cala perfettamente nel mio anno personale nove (ovvero chiudere un ciclo). Mi era stato proposto di far adottare il libro. Ho deciso di non pubblicare subito (risultato certo) con un altro editore per rimettere mano al testo e avere un testo più affine a come sono ora da proporre a un editore futuro (incerto).
Ho iniziato a rieditare il testo e la scadenza che mi ero data è scaduta un paio di giorni. Nonostante la febbre e qualche notte in bianco per l'allergia, venerdì alle 12 avevo terminato la revisione. Ci sono ancora un paio di cose che voglio sistemare e voglio regalarmi una nuova rilettura.
Ho ripreso ad avere micro contatti personali (lo preciso altrimenti mi scrivete per chiedermi se faccio sedute!) con le mie guide. Pochi minuti per volta, anzi pochissimi. Grazie a un incontro con loro è nata l'idea della seconda sfida: terminare l'intera trilogia il prima possibile. No, non voglio far le cose con troppa fretta ma se non fisso una scadenza rischio di avere la trilogia tra i piedi per altri sei anni! Ho voglia di scrivere il terzo e congedarmi da questi personaggi per passare ad altro. Riprendere i contatti con le guide fa parte dell'allenamento e della sfida.
La terza sfida è continuare a fare ordine e cambiare pelle. In questi giorni mi scontro continuamente con cose del passato. Ho sognato i biglietti del treno che prendevo nel '94 per andare in università. Sì, sempre il sogno in cui perdo il treno. L'ho fatto ancora. Ho sognato anche di avere le tasche piene di cento e duecento lire. Ormai non ci si fa nulla. Ho anche ricevuto via mail una foto di quando ho incontrato mio marito, ho sentito Neverending story alla cassa del supermercato (se non la conosci significa che sei giovane! Ma potresti aver visto il film La storia infinita anni dopo), ho incrociato Sailor Moon di passaggio in tv. Quanto mi piaceva quel cartone! Sono stati flash di un periodo preciso tant'è che ho pensato di dover prendere un po' di Honeysuckle dei fiori di Bach per riarmonizzare la situazione.
A luglio per me inizia una realizzazione 1 in un anno personale 1. Significa mettere un punto e ricominciare da capo avendo fatto tesoro, si spera, degli errori e delle lezioni. Mi piace definirla muta perché c'è un'operazione di rinnovamento, ricerca e ridefinizione di me e di quel che faccio che ora mi sembra, anche per questioni tecniche, davvero un'impresa titanica. Mi riferisco anche al blog di Mathilda. Se guardo i 'segni' tutto mi dice che sto sbagliando strada. La sensazione è che Mathilda abbia fatto il suo tempo. Un'amica mi ha detto che questo blog è una vetrina di esposizione per un negozio che non vende nulla. E ha ragione quindi la ringrazio per l'onestà, le amiche si vedono anche da queste cose. Sto cercando idee e soluzioni per rinnovare senza far troppi danni. Le parole chiave per me in questo periodo sono ordine e unione. Con la prima intendo il bisogno di fare pulizia, lasciare andare il vecchio e fare in modo che ogni cosa abbia il suo posto, mentre unione significa esprimersi a tutto tondo senza sentirmi divisa. Non è dovuto allo pseudonimo, no. Il fatto è che questo spazio era nato per fare esercizio di scrittura e per chiacchierare. Nel tempo è diventato un blog tecnico e professionale perché speravo che condividere le mie competenze olistiche avrebbe aiutato altri a stare meglio, definendo il proprio percorso in totale autonomia. Credo di aver sbagliato su entrambi i fronti.
Le sfide servono a farci uscire dalla nostra comfort zone. Ci aiutano a sperimentarci in situazione nuove e, nel mio caso, mi spingono a imparare cose nuove, comprese quelle tecniche. Se affrontiamo le sfide, di qualsiasi tipo, con il timore di non farcela, tanto vale lasciar perdere. Gli obiettivi che ci poniamo devono essere sempre un po' oltre il limite a cui siamo abituati altrimenti si resta in una situazione stagnante. E si sa, se si vogliamo ottenere cose diverse bisogna fare scelte e azioni nuove.
Anche io ho fatto sogni che mi hanno fatto scontrare col passato..sta tornando indietro tutto, stanno riaffiorando problemi che non mi sono ancora decisa a risolvere. Bisogno di cambiamento, ti capisco. Sarà un segno ma mi sono iscritta a un concorso uscito proprio in questi giorni, spero davvero di cambiare vita, almeno professionale. Per quel che vale, in questi anni tu mi hai aiutata tanto, ho scoperto una parte di me che proprio ignoravo e di questo ti ringrazio 🙂
Ciao Serena, le fasi di cambiamento sono straordinarie. Ci costringono a vedere quelle siamo nel presente e a scegliere cosa vogliamo portare nel mondo. Almeno… io sto attraversando questa fase di trasformazione e sto tirando le somme. Forse sono anche arrivata a una visione d’insieme. Speriamo di non cambiare idea al prossimo cambio di vento perché qui gira così in questi giorni. Mi sento un po’ Mary Poppins che segue il vento e le idee. ah ah