Come sapete adoro leggere le storie di donne che investono su se stesse. Mi colpiscono ancora di più quelle di persone che hanno una consapevolezza molto spiccata e sanno cosa vogliono. Oggi per Intervista Donna voglio presentarvi Ilaria Cusano, incontrata su un gruppo di FB. Quando sono andata a visitare il suo sito mi sono resa conto che regnava un'atmosfera di pace e serenità.
Quando è iniziato il tuo interesse per la crescita personale e la spiritualità?
Durante l'adolescenza; il secondo libro che ho letto in assoluto era un manuale sul Buddhismo, il primo Il ritratto di Dorian Grey, un magistrale dialogo tra la personalità solare, per così dire, la parte di sé manifesta e pubblica, la propria maschera, e l'ombra, la parte di sé lunare, oscura, nascosta. Io avevo vissuto un'infanzia e una pubertà segnate dalla solitudine e dalla magia, nel bene e nel male: avevo trascorso molto tempo da sola, impegnata in grandi dialoghi con me stessa e con vari personaggi immaginari; mi ero dedicata molto alle attività creative e al contatto con la natura; gli insegnanti a scuola continuavano a ripetermi che ero speciale, e a riservarmi un trattamento diverso rispetto ai miei compagni i quali, in ogni caso, di solito mi amavano, pur trovandomi diversa, distante; il tutto era culminato con una malattia (una forma di epilessia detta “piccolo male”) che, tra gli 8 e i 12 anni, mi aveva donato una serie di particolari esperienze visionarie. I miei genitori mi portarono da diversi psichiatri nel corso di quegli anni ma, dopo mille visite ed elettro-encefalogrammi inutili, a 13 anni io mi rifiutai di continuare a prendere qualsiasi tipo di medicina e da quel momento iniziai a guarire; parallelamente, presi in mano il mio percorso spirituale: dimagrii moltissimo, iniziai a leggere tanti libri e convogliai tutte le mie energie da una parte verso lo studio di una miriade di particolari rituali antichi, dall'altra verso la danza (che studiavo da quando avevo 8 anni) e le sperimentazioni degli stati di coscienza. Il tutto da auto-didatta, in senso spirituale, perché non avevo dei riferimenti al riguardo; le uniche guide che avevo a disposizione erano gli insegnanti di scuola e di danza, ma la spiritualità non era parte dei loro programmi, così mi cercai io stessa testi, frequentazioni ed esperienze che potessero dissetare la mia sete di conoscenza.
Quali sono le differenze tra S-Coaching e altri stili di Coaching?
Ho chiamato l'S-Coaching così perchè è un metodo che si concentra sulla cosiddetta intelligenza spirituale/sociale (S), su quella particolare facoltà che ci consente di trascendere noi stessi, di andare oltre il livello prettamente individuale, non soltanto in un senso intellettuale, ma prima di tutto nella nostra percezione, di noi stessi e delle connessioni che viviamo – con l'ambiente, le persone, la storia, il passato, il presente e il futuro, e così via. Tutti i temi che io tratto (il lavoro, l'ecologia, i rapporti interpersonali, l'identità di genere, il senso di appartenenza a una comunità, il dialogo con il proprio corpo e la comunicazione) vengono letti tramite il filtro dell'intelligenza spirituale/sociale, e finalizzati allo sviluppo della stessa. Si tratta del mio talento e della mia missione personale, ma anche di dare un contributo a mio avviso fondamentale per il benessere della società attuale. Ognuno di noi, secondo me, nasce per un motivo, perché la natura ne ha bisogno in un ambito preciso, ed io so qual è il mio posto nel mondo, cosa sono venuta a fare; mi diverto a cambiare il come, di tanto in tanto, ma il cosa è immutabile.
Cosa significa per te lavorare oggi in Italia con le tecniche non convenzionali? Quali difficoltà che incontri?
Per me è un viaggio estremamente appassionante e ricco di soddisfazioni; devo dire che incontro molto di più le facilitazioni, i riconoscimenti e le porte aperte, che gli ostacoli, le incomprensioni e le porte chiuse. Le mie difficoltà, sono per lo più interiori, in quanto si tratta di coniugare continuamente le necessità e gli obiettivi economici, per esempio, così come le tentazioni del narcisismo e del potere, con i valori, la sensibilità, l'umanità, il senso del giusto e del bello; periodicamente queste mie ombre si proiettano da fuori a dentro, invocando personaggi, demoni e sfide talvolta impegnativi da vivere e abbracciare. Tuttavia è il mio cammino, ogni passo è pur sempre entusiasmante, un degno preludio allo sviluppo seguente, al quadro successivo, come in una fiaba o in un video-gioco. E non si tratta dell'Italia, ma della vita, ovunque la si viva. L'Italia vive le sue sfide, le sue trasformazioni e la sua eterna bellezza, così come qualsiasi altra terra; io ho sempre avuto l'opportunità di vivere in qualsiasi luogo del mondo desiderassi, e ho scelto di stare qui perché trovo che sia il più bel posto che io abbia mai visto, almeno finora. Io amo molto l'Italia, sento un legame fortissimo con questa terra e con la sua gente; mi piace stare qui, e trovo che sia un luogo ottimo per lavorare con le tecniche non convenzionali – qui sono sempre sopravvissuti il femminile, la magia popolare, i saperi antichi, la storia, l'arte, le tecniche di guarigione contadine, e ciò è perfetto per il tipo di lavoro che io propongo.
Di tutti i percorsi che hai fatto in questi anni, quale ti piace di più a livello professionale e quale ti ha aiutato maggiormente a livello personale?
Io, in generale, trovo particolarmente piacevoli e fecondi i percorsi che coinvolgono attivamente il corpo, il piacere fisico, l'energia e la creatività (come lo yoga, il teatro, la bio-energetica e il tantra); ma negli ultimi anni il percorso più significativo che ho seguito è stato quello di Coaching del Centro Universitario Internazionale (C.U.I.) - è indubbiamente quello che ha segnato una svolta decisiva nella mia vita, forse anche perché avveniva a cavallo dei 30 anni, un momento di grande cambiamento psico-fisico, in generale.
Questo è un salotto in cui si parla di legge di attrazione. Qual è il tuo sogno, l’obiettivo che vuoi raggiungere nel 2015?
Io nel 2015 conto di consolidare la nuova struttura che ho dato al mio lavoro (e alla mia identità) negli ultimi mesi: ho stretto una serie di nuove collaborazioni particolarmente significative perché desidero dei rapporti più seri, stabili, fecondi e duraturi di quelli che ho sperimentato in passato. Allo stesso tempo, ciò per me vuol dire anche delegare tutta una parte del mio lavoro in modo tale da potermi concentrare su ciò che amo e sento veramente e con intensità, ossia comunicare: scrivere libri e articoli, tenere seminari, fare consulenze individuali e lezioni di gruppo, realizzare video e percorsi formativi. La comunicazione è il mio talento, la mia passione e anche la mia missione di vita, e per dedicarmici a tempo pieno ho bisogno di avere degli alleati fidati che si occupino di promuovere, vendere, gestire e organizzare le mie attività – a questo mi sto dedicando da diversi mesi, a costruire delle buone relazioni in questo senso. Nel 2015 io desidero liberarmi dallo sforzo e dalla fatica, per dare ancora più spazio alla leggerezza, alla bellezza e alla creatività, alla gioia, alla passione e all'entusiasmo, a quel genere di ricchezza che si genera facilmente, con naturalezza, semplicemente essendo se stessi.
Grazie Ilaria di aver partecipato a Intervista Donna.
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