Probabilmente sei qui in cerca di come fare a canalizzare e non voglio disattendere la tua ricerca. Nelle ultime due settimane mi sono trovata in diverse conversazioni in cui si parlava di canalizzazione o channelling. Se non hai la minima idea di cosa sia, ti invito a leggere questo post.
In questo articolo troverai informazioni sia sulla canalizzazione ma anche sulla mia esperienza come canale parlante prima e come formatrice poi.
Cos'è la canalizzazione (per me)
Canalizzare significa entrare in uno stato di meditazione profonda e comunicare con la parte saggia, lo spirito guida o l'angelo dipende da ciò in cui credi, usando l'intuito come veicolo per comunicare con il Se Divino. Puoi trovarlo scritto channelling o channeling a seconda della lingua di riferimento ma definisce sempre lo stesso fenomeno. Non si contattano spiriti di trapassati. Quello in genre non è channelling, ma è medianità.
Tecniche di channelling
Esistono varie tecniche per canalizzare. Le più note sono il channelling (scritto o parlato), la lettura dei registri akashici o i maestri invisibili di Sibaldi. Alla base di tutte c'è la meditazione in senso ampio. Infatti possiamo usare la visualizzazione o la meditazione guidata oppure la recitazione di mantra e preghiere.
Come canalizzare
Durante la canalizzazione si possono ricevere immagini, parlare, scrivere, creare oppure usare i sogni. La cosa fondamentale è trovare il mezzo, inteso come strumento, più adatto a te. Questo infatti, ti permetterà di avere il miglior risultato con il minimo sforzo ed evitando errori.
Ognuno di noi ha un suo modo di sentire e decodificare i messaggi. Se parliamo di channelling, che è meno vincolante e strutturato dalla lettura dei registri e del contatto con maestri invisibili e permette di fare la stessa cosa, è necessario partire dal tuo funzionamento: cosa ti piace, cosa ti spaventa, quali esperienze hai avuto.
Se ci pensi già la meditazione richiede di fare una scelta e capire cosa funzione per noi e cosa no. C'è chi ama la meditazione dinamica e chi preferisce stare fermo. Vale ancora di più per la canalizzazione.
Quando ho iniziato
Quando ho iniziato ricevevo informazioni che mi hanno aiutato a superare gli attacchi di panico, poi ho iniziato a ricevere (a livello del pensiero) informazioni anche su altri. Pensavo di aver perso la ragione. Quando mi sono arrivate le prime conferme su alcune cose che avevo riferito, mi resi conto che ero sulla strada giusta. A volte sapevo cose sul passato o sul presente delle persone che non mi erano state dette da loro. Accadeva quando, per qualche motivo, l'informazione era necessaria. Io ero solo un mezzo, un canale, appunto.
In seguito la canalizzazione era diventato un viaggio nel mondo dello spirito. Potevo chiedere alla mia parte divina cosa fanno nell'Oltre il velo, come sono organizzati e un sacco di cose sul tipo di guide e di energie, sui bambini nuovi.
Ho ricevuto informazioni su cose di ordine generale con un certo anticipo e non ho mai diffuso i messaggi perchè non sentivo fosse parte del mio compito e non volevo espormi. Avevo un paio di confidenti diventati fidati testimoni (uno l'ho sposato così sono sicura che non parlerà!). Il channeling era una cosa privata, non ho mai formato gruppi o cerchi ed è sempre rimasto riservato a pochi intimi perchè il mio obiettivo era crescere e aiutare chi mi stava vicino a fare un percorso. Era questo per me. Il channelling era un modo per imparare cose su di me e sul mondo visibile e invisibile.
Cos'era il channeling per gli altri
All'inizio mi sono sentita privilegiata. Perchè mi rendevo conto che quello che vivevo, dopo aver escluso l'ipotesi della follia imminente, non capitava a tutti. Non perché non ne fossero capaci ma solo perché non si erano allenati per sviluppare quell'abilità. Ne ho parlato nell'episodio del podcast Vorrei un potere.
Quando ho realizzato come venivo vista, grazie al passaparola degli amici, ho capito che non mi piaceva. Non esistevo come persona ma solo come canale. Se chiedevo: "Ciao, come va? Tutto bene?" mi rispondevano "Perchè? Ti arriva qualcosa per me?"
Era frustrante. Se davo un'opinione mi veniva sempre chiesto se era mia o delle guide. Le persone mi vedevano come quella strana.
Alcuni mi temevano perchè avevano paura scoprissi i loro segreti.
Altri mi invidiavano perchè era figo pensare che parlassi con gli spiriti guida o gli angeli e mi vedevano come dotata di un dono speciale. E ci sta, era fighissimo ma non c'era nulla di speciale! Tutti possiamo usare consapevolmente i nostri doni. Non ero privilegiata o strana. Ho solo lavorato con più costanza e impegno.
In questi anni di apparente silenzio non sono stata completamente disconnessa. Alcuni messaggi sono arrivati, ma in forma diversa, meno suggestiva perché il mio modo di vivere il sottile era cambiato e l'approccio si era spostato dalla magia soprannaturale alle neuroscienze.
Non mi piaceva l'uso che veniva fatto del channelling. Non parlo di chiedere i numeri del lotto (c'è sempre chi ci prova) ma dell'atteggiamento di delega delle proprie scelte all'altro.
Il channelling non è un mezzo divinatorio. O meglio lo è perchè ciò che pensiamo oggi determina il nostro futuro. L'obiettivo del channelling è aiutarti a capire chi sei, quali doni hai, cosa puoi fare e come riconoscere il tuo compito.
Cosa non dovrebbe essere il channeling
Non dovrebbe essere un alibi per le persone per non ascoltarsi. "Chiedo alla guida così risolvo il problema". Non funziona così. Le guide, gli angeli, il sé chiamali come vuoi danno indicazioni, ma non possono sostituirsi a te.
Non ero una privilegiata perché avevo un dono speciale. Lo ripeto ancora: tutti abbiamo dei doni extrasensoriali che possiamo coltivare. L'ho scritto più volte anche in Koru perchè per me è fondamentale che arrivi questo messaggio. Le abilità extrasensoriali sono naturali e possiamo impegnarci per svilupparle oppure no.
Credo che per un certo periodo il channelling sia stato il mio dono perché mi sono allenata con costanza e impegno per raggiungere una sensibilità precisa. Scrivere è il mezzo che mi aiuta a raccontare la sensitività e renderla possibile attraverso le storie dei personaggi. Nelle storie di realismo magico è possibile perché la realtà si fonde con l'elemento magico, l'invisibile e il dubbio, che quanto si sta leggendo sia possibile, è un seme che ci predispone a sentire senza paura.
Oggi preferisco insegnare alle persone a comunicare con il Divino o il Tutto (o come ti piace chiamarlo). Lo trovo più utile che sostituirmi a loro come canale. Preferisco accompagnare all'ascolto di sé sui vari piani e promuovere autostima e autonomia.
Sono curiosa di sapere che esperienze hai avuto di channelling. Ti è capitato di incontrare la tua guida?
Ti sei rivolta ad altri canali per farlo o hai una tecnica tua?
Aggiornato il 3 marzo 2021
Ciao! Io ho fatto un corso come lettrice di registri Akashici. Non riesco proprio a percepire nulla…. Vorrei tanto mettermi in contatto con i miei maestri e le mie guide. Non capisco dove sbaglio. Non mi sento capace, ma voglio riuscirci. Hai un Consiglio da darmi?
Ciao Giusy, è una situazione frequente perché quel tipo di corso è troppo breve e ha lo scopo di insegnare una tecnica ma purtroppo non allena a quel tipo di sentire. Due suggerimenti: rifletti sul perché non ti senti capace e parla con il tuo insegnante delle difficoltà che incontri. Un bravo insegnante ti segue anche dopo il corso. Fammi sapere come procede.
Benedizioni