Le scorse settimane ho avuto l'occasione di riflettere sul concetto di guru. Non in senso generale vista l'accezione moderna che ha questo termine, ma proprio in riferimento alla spiritualità. Chi mi segue da tempo sa che prediligo autori stranieri e leggendo alcuni articoli, sentendo video e leggendo stralci e commenti, mi son trovata ad essere ancora più contenta della scelta che ho fatto.
Ognuno indubbiamente fa un suo percorso personale e ha esperienze che lo formano ben più dei manuali tematici e dei corsi quindi credo sia doveroso tenerne conto sempre.
Ci sono cose però che davvero mi sfuggono quando si parla di guru spirituali.
- Stupire. Se mi trovo ad ascoltare qualcuno che vuole insegnare a vivere e parla di Risveglio la cosa fondamentale per me è che parli in modo chiaro e semplice. Personalmente quando mi dicono che ho spiegato una cosa complessa in modo tale da renderla comprensibile a tutti sono felicissima. Einstein diceva: "Non hai veramente capito qualcosa fino a quando non sei in grado di spiegarlo a tua nonna".
Stupire con giri di parole, concetti resi ancora più complessi, filosofeggiare costantemente (citazioni comprese, vedi tre righe sopra), o frasi che suonano benissimo ma se le riascolti non dicono nulla, sono davvero voler spiegare come risvegliarsi? Secondo me no. Servono solo a stordire con le parole e a far bella mostra del proprio sapere. E' una forma di "ipnosi" ancora più subdola perchè spacciata per saggezza. (E su questo punto torneremo parlando dei compensi chiesti per conferenze, libri ecc. di cui spesso molti si stupiscono). - Rispetto. Se mi rapporto agli altri pensando che solo io sono evoluto e risvegliato e gli altri sono delle rane nel brodo, dimostro sia di non aver rispetto per la loro situazione sia di sentirmi un bel po' sopra gli altri. Passiamo tutti dalla stessa strada, facendo esperienze diverse in base a quello che scegliamo e vogliamo per la nostra crescita e usare termini offensivi o parolacce non dimostra di essere migliore degli altri.
- Ego. Se quando parlo faccio continuamente presente di essere il migliore e lo faccio denigrando gli altri, forse è il caso di fermarsi e riflettere un attimo. Se ne sono convinto non ho bisogno di usare la mia evoluzione come vessillo per sentirmi migliore. Se parlo costantemente dei titoli e dei corsi che ho conseguito dimostro di avere nozioni, non esperienza. Se lo sminuire gli altri arriva alla mancanza di rispetto (vedi punto due) mi viene il sospetto che la strada da fare sia ancora tanta.Questi sono i punti essenziali per aiutarvi a capire con chi avete di fronte. Ma proviamo a spostare il focus sul positivo perchè sapere cosa non vogliamo e cosa non ci piace, in realtà ci serve a poco se non guardiamo oltre. Vediamo cosa può aiutarvi a scegliere un buon maestro se dovete fare un corso di qualche tecnica particolare o se volete leggere i suoi libri, seguire conferenze e incontri o altro.
- Stupire. Il bravo insegnante (usiamo questo termine che già ha una valenza più limitata rispetto a Maestro che ce ne sono davvero pochi!) è colui che parla in modo chiaro, si esprime senza troppi giri di parole, frasi ad effetto o dotte citazioni. Usa un linguaggio comprensibile e spiega i termini che possono non essere chiari proprio per rendere agevole a tutti la comprensione di quel che dice. Può raggiungere il cuore di tutti anche stando in silenzio e non a puntare a pompare il proprio ego.
- Rispetto. Sappiamo che nessuno è perfetto. Però la parola non è sufficiente per dimostrare di essere una persona degna di attenzione. Il vero insegnante ha così rispetto dell'individualità altrui che non crea un legame di dipendenza con chi lo segue ma, al contrario, lo spinge ad ascoltarsi e lo guida in questa comprensione. Come il buon padre di famiglia è in grado di essere presente, ma sa fare un passo indietro quando serve. Se il rapporto costruito è fatto di stima e di autonomia, non si crea un legame di dipendenza.
- Ego. Dicevo che in genere chi fa un percorso spirituale è abbastanza riservato su ciò che ha vissuto anche perchè è consapevole che la sua strada sarà diversa da quella di un altro. Spesso raccontare il proprio vissuto influenza l'altro, crea aspettative, e non aiuta il cammino. L'umiltà non è un valore aggiunto nella crescita personale ma è uno dei tasselli fondamentali su cui si basa la consapevolezza.Questa è la mia idea di persona in cammino. Sono i miei parametri personali, ci tengo a specificarlo, per farmi un'idea di chi ho di fronte perchè spesso in questi ambiti si viene 'rapiti' dal fascino di una persona che con il tempo si rivela tutt'altro. Seguite l'intuito e non ignorate le piccolezze che notate e che vi fanno storcere il naso classificandoli come segni particolari della persona solo perchè non vi va di ammettere che forse vi eravate sbagliati.
Molto interessante questo post! Ho fatto tanti corsi, approfondimenti e seminari ma raramente ho incontrato Insegnanti degni di questo nome. Tanto spesso ho avuto l’impressione che ciò’ che avevano sviluppato era soprattutto un grande Ego! Comunque il cammino e’ ancora lungo e i tuoi ‘ consigli’ aiutano molto a riflettere!!! Ciao Federica
Eh capita. Io preferisco il termine insegnante a maestro. Insegnare una tecnica basta studiare, fare esperienza e lavorare su di sé quotidianamente ma essere un Maestro è ben altra cosa.
Grazie, spero di poter aiutare a osservare con il giusto distacco per favorire la scelta. L’intuito è la miglior guida che possiamo avere. 🙂