In attesa di realizzare alcuni video per insegnarvi a praticare l'EFT da soli, continuo a darvi qualche
informazione per farvi capire come lavora questa tecnica.
In realtà è estremamente semplice picchiettare e pronunciare queste frasi che aiutano a restare focalizzati sul disagio che stiamo trattando, ma per lavorare bene dobbiamo essere connessi alla parte intuitiva specie quando diamo la caccia alla causa di un dolore o dobbiamo lavorare su un trauma.
Facciamo un esempio per spiegare come si può procedere durante un trattamento.
Una mattina uscite di casa arrivate all'angolo quando un'auto svoltando a destra investe una donna con le buste della spesa mentre attraversa la strada.
L'autista scende per soccorrere la donna a terra ferma immobile. Sono istanti tremendi in cui si pensa al peggio. Lui chiama l'ambulanza e lei si alza arrabbiatissima, urla e inveisce contro di lui che è sereno nel vedere che sta fisicamente bene anche se è visibilmente spaventata. Le buste della spesa cadendo si sono spaccate e la vostra attenzione è attratta da una mela gialla che rotolando finisce in mezzo alla carreggiata e viene schiacciata da una macchina che procede spedita.
Arriva l'ambulanza e sirene spiegate e portano via la donna per accertamenti dopo che l'autista ha riferito di quell'interminabile minuto di immobilità.
Voi proseguite con la vostra giornata, ma vi trovate a pensare spesso alla scena vista, al rumore dell'auto che colpisce la donna, lei a terra, le urla, l'ambulanza.
La notte sognate l'incidente, ma siete voi ad essere investite. In realtà la scena che avete visto muove una vostro timore e nei giorni successivi sentite una certa tensione interiore, difficoltà a respirare e un lieve stato ansioso.
Come si lavora con l'EFT? (continuiamo con l'esempio)
Si può scegliere di lavorare sulla scena intera oppure sul dettaglio.
Nel primo caso si chiede al soggetto di ripensare come fosse un film, alla scena che è all'origine del trauma. Si interviene sui picchi emotivi quindi il terapeuta deve fare attenzione a cambio di voce, respirazione, comunicazione non verbale che sono indice di un picco d'ansia e si picchietta per ridurre e annullare il corto circuito energetico che genera il disagio.
Quando chiediamo a una persona di raccontare un trauma non sappiamo quale ricordo colleghi all'incidente. L'abilità del terapeuta in questo caso sta proprio nel trovare l'elemento chiave che attiva la componente che scatena il corto circuito energetico.
Per tornare all'esempio può sembrare strano, ma se l'elemento che la persona trattata associa al trauma è la mela gialla che rotola per strada o la voce stridula della signora che urla, finché non trattiamo questi due singoli aspetti che sono il nostro interruttore emotivo, l'ansia diminuirà, ma non se ne andrà completamente.
Non solo, se questi sono davvero gli elementi chiave basterà trattare solo questi due aspetti per sciogliere l'intero trauma, o quasi.
Cosa può succedere se non trattiamo gli elementi chiave?
A distanza di tempo andate al mercato e al bachetto della frutta una signora urta una cassa facendo rotolare una mela gialla a terra e voi vi troverete a fare i conti nuovamente con una situazione d'ansia apparentemente inspiegabile.
Quanto tempo ci vuole?
Può essere sufficiente una sola seduta come più di una. La guarigione dipende sempre dal paziente.
La guarigione passa attraverso il terapeuta, ma non viene dal terapeuta. L'abilità e competenza di chi fa il trattamento sono indispensabili per cogliere ogni sfumatura e padroneggiare la tecnica in modo preciso ed efficace, ma è sempre il pazienze che sceglie di guarire.
Ricordarlo aiuta sia ad essere responsabili di come si tiene un trattamento sia a non cadere nella sindrome di onnipotenza pensando di avere dei meriti particolari.
Molto interessante, grazie mille Mathilda!!