Nei giorni seguenti la pubblicazione dell'articolo sul metodo ROAD ho ricevuto molte mail in cui mi raccontavate di come stavate organizzando le giornate e delle difficoltà incontrate.
C'è chi confessa una certa difficoltà a lasciare andare il vecchio e disfarsi del superfluo perchè "Non si sa mai, magari poi mi serve" e chi invece fa fatica a stare disconnesso nonostante sia un'attività di alta dispersione temporale.
Nella chat della scorsa settimana sul sito Quando Nasce Una Mamma ho avuto modo di approfondire, grazie alle vostre domande, il discorso sui blocchi.
Per spiegarvi meglio come funzionano devo fare un passo indietro e farvi un paio di esempi sul piano fisico e sul piano mentale.
Dopo un'ora di palestra o di attività fisica intensa decidete di fermarvi e riposarvi. Vi fate la doccia, vi vestite, vi mettete sul divano e relax. Avete interrotto l'attività fisica e fate altro. La mente segue quello che state facendo perchè l'impegno è cambiato. Il corpo fisico infatti richiede poco tempo per staccare dall'attività precedente. Camminate per strada, arrivate al semaforo pedonale e vi fermate. E' facile. Quando dovete ripartire lo fate. Semplice!
Attività mentali o manuali
La mente però non funziona allo stesso modo. Il piano mentale è continuamente attivo. Se avete una discussione con qualcuno è probabile che rimuginiate per diverso tempo dopo.
(Se siete uomini di solito ci pensate ancora tre minuti; se siete donne anche tre ore o nel peggiore dei casi tre giorni!)
La mente si nutre di una vibrazione più attiva e forte, ha necessità di farvi pensare a quello che vi manca, di farvi venire i dubbi, di essere incerti e i pensieri contagiano il piano emotivo (e viceversa). Anche di notte la mente lavora. Pensate a quanti lavori, progetti, idee vi sono venute dormendo. Ecco perchè la meditazione aiuta a riprendere il controllo del piano mentale ed emotivo: la mente è al vostro servizio e non viceversa.
Torniamo al metodo ROAD e alla spiegazione sui blocchi.
Se siete impegnati in un lavoro manuale e fisico, interrompere l'attività appena la concentrazione cala aiuta a staccare, a pensare e fare altro. Se prendete un libro in mano leggerete senza fatica, se dovete organizzare un progetto avrete idee fresche.
Se vi state dedicando a un'attività mentale che richiede analisi e concentrazione, staccare facendo qualcosa di diverso (e magari fisico) vi aiuta in altro modo.
Abbiamo detto che la mente stacca subito da un'attività fisica ma non succede altrettanto con un lavoro mentale. Se state studiando continuate a ripetere, se state progettando organizzate meglio le idee. Se siete arrivate al calo di attenzione e stanchezza un blocco alternativo (o d'arresto dell'attività principale) vi aiuterà a trovare nuove soluzioni. Come? Se vi mettete a scaricare la lavastoviglie o andate a farvi una passeggiata nel corridoio dell'ufficio, cambiare ambiente, spostare il fisico, spostare l'attenzione aiuta a cambiare prospettiva. E non ci sarà un distacco immediato dal lavoro che stavate facendo prima e questo vi consente di fare una pausa (e di muovervi) poi riprendere la vostra attività.
Dovete capire quali sono le faccende che vi stimolano in questo senso.
Vi faccio un esempio: se devo scrivere e ho difficoltà su un concetto, idea, personaggio, tema o altro mi prendo un blocco da 15 e...mi lavo i capelli. L'acqua ha un potere rilassante e massaggiare la testa mi aiuta a lasciare andare (metaforicamente) le idee che sono inutili. E' come se lavassi le idee più che i capelli! E sembra assurdo ma ho trovato la soluzione a diverse situazioni.
Se invece sono in fase progettuale, impegnarmi in attività manuali come stendere i panni o cucinare mi aiuta a rilassarmi e a trovare nuovi spunti. E chi fa lavori creativi sa bene quanto lavorare a maglia o all'uncinetto sia una forma di meditazione. I movimenti diventano automatici e la mente si svuota. E passato il momento in cui si presta attenzione ai punti, la mente si concentra su altro.
Blocchi d'arresto e pause produttive
Il corpo si ferma, si riposa, si rilassa. La mente ha bisogno di avere sempre qualcosa di cui cibarsi. Qualche pensiero che la nutra. Quindi se stacco da un lavoro di concentrazione ho un lasso di tempo che mi permette di fare altro mentre penso al lavoro e poi decidere se riprendere dove avevo lasciato o fare altro. Per questo ho parlato di un blocco di 15 minuti circa: è un break di tempo che è facilmente gestibile perchè non è troppo corto e vi consente di fare altro e riprendere. Se l'arresto dura di più riprenderete pensando già ad altro e ritrovare la concentrazione sarà più faticoso. Questo perchè la mente tenderà a spostarsi sull'attività manuale del vostro break e poi vi porterà su altre vie, pensieri, progetti.
Basterà osservare quante volte e in che circostanze la mente vi porta altrove. Se è sporadico e non ha una ricorrenza allora non è il caso di fare supposizione ma se vi rendete conto che fate fatica ogni volta che vi mettete al lavoro su qualcosa di specifico, provate a chiedervi se il vostro interesse è reale oppure quali sono le paure e le resistenze che mettete in atto rispetto a quel progetto.
Vi lascio usando un termine coniato da un'amica:
buona roadizzazione!
[…] il tempo e questa decisione era perfetta dato che uno degli obiettivi era rimettersi a lavorare sul metodo. Avevo anche deciso di chiudere un corso, per l’abbondanza economica di uno dei guru della […]