A volte mi chiedono "Come mai sei arrivata a occuparti di terapie complementari e temi strani?"
Non so se ho scelto o se mi ci sono trovata. All'epoca non conoscevo la legge di attrazione e non sapevo che chiamavo quello che desideravo.
Volevo delle risposte e sono arrivate così. Non so se siano le risposte migliori ma so che erano le risposte giuste per me in quel momento della mia vita.
Avevo 21 anni e mi trovavo per scelta a fare tirocinio in un presidio psichiatrico. Per dirla in parole povere un ex manicomio che di diverso aveva l'assenza di sbarre e un bel giardino ma l'ambiente era come quelli ripresi in alcuni tg.
Era una sfida che ho accolto con piacere perchè volevo salvare il mondo.
"Ragazze servono subito sei persone per un reparto geriatrico maschile. E' un ambiente tosto".
Tsè! Ho pensato, cosa vuoi che sia. Ho scelto questo lavoro quindi vada per l'ospedale psichiatrico.
Non mi resi conto di nulla finchè il nostro tutor non si complimentò con noi per il coraggio poco prima di varcare i cancelli del (ex) manicomio.
Ricordo perfettamente che a casa, mentre mi stavo truccando, decisi di fare una linea azzurra, e non nera, sugli occhi, per addolcire lo sguardo.
Quando arrivai in reparto quello che divenne il mio paziente preferito (e scoprii solo dopo che questo non era un bene!) si avvicinò e chiese al tutor:
"Ma questa è buona? perchè guarda che colore ha sugli occhi".
R. divenne il paziente che mi toglieva il sonno, mi faceva sentire impotente per tanta solitudine, mi rubò un sacco di lacrime mentre leggevo la sua storia fatta di abusi infantili e di elettro shock. No, non ero abbastanza forte per tutto questo e a 21 anni forse salvare il mondo era troppo. Meglio accontentarsi di successi più piccoli come insegnare a usare un fazzoletto e non le mani per pulirsi il naso, vedere che persone che pranzavano allo stesso tavolo da quarant'anni finalmente sapevano i rispettivi nomi e aspettavano insieme il nostro arrivo in reparto erano traguardi più fattibili.
Cercavo risposte perchè non era possibile che la vita fosse così crudele con alcune persone e tanto generosa con altre. E pensavo ai 'miei' utenti di giorno e di notte. Non mangiavo, non dormivo, avevo tachicardia e ho iniziato ad avere attacchi di panico perchè rifiutavo quel posto e l'odore della torrefazione accanto mi faceva venire la nausea. Portavo olio essenziale di rosa da mettere sotto al naso per coprire la puzza di caffè tostato e di feci umane.
Così sono arrivata al primo boccettino di fiori di Bach. E dopo settimane di pianti e una reazione depressiva ho rivisto la luce.
Ma Silvia non c'era più. Ero in pezzi e da ricostruire. E i fiori di Bach sono stato il primo strumento che ho usato per un profondo lavoro di ristrutturazione interiore.
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E’ un post emozionalmente molto “forte”, ti immagino come un bocciolo di fiore che viene attaccato da smog e veleno… benvenute terapie complementari allora se sei rifiorita così.
Laura, l’immagine rende. E’ un post forte ma sono stata molto soft. Era un ambiente emotivamente devastante. Ma sono ancora qua…eh già! ;o)
Questo racconto è molto forte, di quelli che lasciano il segno!Sei una persona intrigante e interessante, mi piaci, davvero!
Grazie Marilu! ;o*
Ti ammiro, seriamente.
Un abbraccio grande!
Chiara
Oh grazie Chiara! :o)
Ecco, la differenza tra me e te… anche io volevo salvare il mondo, ma io mettevo il Vix Vaporub sotto il naso 😛
Però per altre vie e altri percorsi, sono arrivata anche io a pensare che bisognava tirar fuori le risorse, usare un linguaggio positivo e trasformare i problemi in opportunità. Partendo da me.
Ti abbraccio.
Ancora qui sei? Hai fatto la valigia? ;o)
Il vix avrebbe aperto ancora di più le narici e la menta favoriva la nausea in quel periodo.
L’importante è aver capito che si parte sempre da noi.
Un abbraccio a te e serena vacanza
Mi hai ricordato il mio lavoro di assistente volontaria in carcere… stessa età, tanta rabbia, voglia di ribaltare tutte le leggi, provocazione, complimenti, una tentata violensa da parte di una guardia carceraria… e, alla fine calci in culo.
Niente fiori di Bach, era il 1980, non sapevo neanche che esistessero…
Tu invece sei stata forte e bravissima!
Ciao Isa! Giusto poco fa ero al tel con la ragazza di cui abbiamo parlato in pvt. 😉
Immagino quello che puoi aver visto. Sono posti che davvero sembrano essere ‘dimenticati da Dio’. Ecco, l’ho scritto in altri posti (o in altri post) ma in qs ambienti si respira la paura. Ma è passato.
Tu sei stata forte, io poi avevo i fiori di Bach. ;o)
Caspita che esperienza forte! Hai tutta la mia ammirazione… Io non so se ce l’avrei fatta. Il fratello di una mia cara amica aveva il fratello ricoverato e una volta mi ha pregato di accompagnarla. Sono uscita sconvolta
Eu, infatti non ce l’ho fatta! Sono crollata come un castello di carte. :oD
Cara Mathilda…ho vissuto i miei primi 29 anni così, ne so qualcosa.E’ un vortice è se il malato è tuo genitore fai fatica a restare a galla.
Un abbraccio
Guarda, da esterna mi chiedevo come si facesse a lasciare un genitore in posti così ma stando con loro anche solo poche ore ho capito che ti consumano dentro. Hai tutta la mia stima e la mia comprensione.
Un abbraccio a te
Per fortuna ci stava solo 2 volte all’anno.nonostante fosse in piena crisi non voleva starci perchè era orribile, ma noi a casa non riuscivamo più a gestirla.Era a casa con noi bimbi .Io ero la più grande e non è stato facile anche perchè eravamo soli.Disturbo bipolare: un incubo.Spero che almeno ora sia serena sopra le nuvole , ciò che lei adorava!
Grazie di aver condiviso questa esperienza.
Io non potrei mai fare un’esperienza simile. Non credo che riuscirei ad avere il necessario distacco. Dici che non ce l’hai fatta. Invece sei riuscita a rimettere insieme i pezzi, fiori o non fiori di Bach.
Te lo dice una che “è tutta da riprogrammare” (non ricordo più chi me lo ha detto 😉 ) e riconosce le persone forti.
Ma dai! Non era detto con questo tono, era in senso affettuoso nel senso che puoi cambiare la tua vita partendo da te! :o)
C’ho messo diverso tempo a lasciarmi alle spalle gli attacchi di panico eh. Parlerò anche di questo ma a tempo debito. Quando si parla di farmaci è sempre bene fare attenzione. ;o) Buon we
Guarda che avevo capito che era detto in tono affettuoso, eh! Avevo messo anche la faccina con l’occhiolino!
Buon we anche a te Mathilda.